Fattorie Faggioli

“POLVERE DI STELLE” IN FATTORIA

In Val Bidente, alle Fattorie Faggioli, il 10 agosto, festa di San Lorenzo, sarà un giorno o meglio una notte piena di fascino, per un ospite “speciale”, sempre più connesso, attento, desideroso di provare emozioni che lo “prendano”. E’ un ospite pronto per vivere la magia, lo stupore e la dolcezza insuperabile delle stelle, perché le luci delle città gli hanno fatto perdere la capacità di osservare il cielo, non alza più lo sguardo, non sta più con il “naso all’insù” per cercare un contatto con la volta celeste. “Eppure – suggerisce Luigi Stagioni, astrofilo forlivese appassionato di stelle – la vista di quello straordinario sciame di luci andrebbe preservata così come la conoscenza dell’astronomia che per millenni ha connesso l’uomo all’universo.”

“Per proteggere la cultura e la bellezza della notte stellata – sottolinea Fausto Faggioli – è stata fatta richiesta all’Unesco di dichiarare il cielo notturno patrimonio dell’umanità ma con nessun risultato. Per questo dobbiamo insegnare ai ragazzi a ritrovare un contatto con l’ambiente, che sia fatto di acqua, cielo o terra.”

E con questo obiettivo sono già pronte ben impilate, coperte e cuscini, ma disponibili anche comode poltrone sul prato della fattoria, dove fra degustazioni “stellari” di prodotti tipici, osservazione guidata del cielo in piena convivialità e qualche romantico desiderio espresso alla vista di una stella amica, la natura non ci farà mancare una “polvere di stelle” per dare stupefatte espressioni ai nostri volti e un brivido salutare di genuina emozione.

“La quiete notturna ci rilassa e le stelle ci fanno compagnia – continua Faggioli – Sotto le stelle possiamo parlare, cantare. Siamo in fattoria e possiamo trattare di quell’agricoltura che segue le fasi lunari. Possiamo anche “divagare” da buon romagnoli sui mille accenti del nostro dialetto e mille altri argomenti ancora. Tutto questo sarà la “trama narrativa” che permetterà all’ospite di vedere il Territorio con gli occhi di chi lo abita e attraverso le parole, la lingua o il dialetto, potrà calarsi in un’identità territoriale unica, che nessuno potrà mai clonare. Nel nostro mondo rurale dobbiamo far sì che lo scopo di ogni appuntamento, di ogni iniziativa sia presentargli un “altrove” domestico, in cui insieme alle differenze che lo stupiscono, l’ospite vivrà un’esperienza che lo porterà a sentirsi “uno di casa”.”

“Se un Territorio “riconosce” se stesso e si prepara alla sua fruizione – termina Faggioli – offre al visitatori degli occhi con i quali farsi osservare. La chiave del successo anche in chiave turistica, per il futuro è quella di proporre un Territorio vivo, dinamico, che produce il racconto di se stesso e quindi la propria qualità di vita, partendo da tutti gli elementi che lo compongono. Un Territorio che emoziona e si emoziona. Questo è il nostro punto di forza.”Sanlorenzo2015






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